IL SILENZIO DELLA NEVE CHE CADE – GIOVANNI PAOLONE

Edito: Radici Edizioni


Un grandissimo ringraziamento a Radici (e a Gianluca) per la copia di questo libro!

Un breve capitolo terribile della storia mondiale: a narrarci questa vicenda è il Tenente Lucidi, un giovane rimasto impantanato nella prima guerra mondiale insieme a molti altri uomini, tra cui i fanti Ciaramella, Tanino e Giuseppe, e il Capitano Astolfi.
Impantanato come tutti quelli coinvolti in una guerra di trincea, con il fango scuro sotto la schiena e un cielo plumbeo sopra al capo.

Le giornate sul Carso si svolgono per la maggior parte tutte simili fra loro, nell’immobilità della paura che gela il sangue nelle vene e il desiderio di tornare a casa che lo fa ribollire.

Gli uomini, fra porzioni di rancio immangiabile e il silenzio della montagna, si riscoprono fratelli, uguali e uniti dalla vita che è uguale ovunque si volga lo sguardo: il ricordo della famiglia, della propria casa, il sogno nostalgico di un futuro troppo spesso destinato a non avverarsi mai.

Paolone, con il suo occhio da fotografo, è riuscito a ricreare perfettamente su carta le atmosfere e gli ambienti angusti di quella guerra, scivolando fra i corpi ingiustamente consegnati ad una fine senza scampo.

Dando la parola al Tenente, Paolone ci permette di osservare le vicende quotidiane a distanza ravvicinata, non si ritrae e non si sottrae, ma ci porta proprio lì, con il sapore della paura in bocca e la stanchezza che fiacca lo spirito.
Possiamo ascoltare le voci di giovani come tanti altri, che sognano soltanto il porto sicuro che hanno dovuto abbandonare.

Con un linguaggio ruvido e crudo, tipico del soldato e di chi non deve curarsi di certe cose, Paolone dipinge per noi un quadro dai toni freddi e scuri, fatto di silenzi ed attese, di cambi repentini e assalti nemici, boati che fanno tremare la terra e notti senza riposo.

Un libro che non vuole mostrare soltanto gli aspetti più orribili della guerra, ma che non distoglie lo sguardo dai cadaveri che incontra lungo il suo percorso.

Il messaggio che porta avanti è sicuramente pacifista, la voce flebile del fante che si spegne in una guerra che non ha scelto di combattere, mentre chi l’ha voluta osserva da lontano con sguardo impassibile.

Una lettura viva, nonostante la morte che striscia fra le righe e dietro ogni virgola, che riesce a catturare il lettore e a dare spessore agli uomini coinvolti in qualcosa di tanto grande e tanto terribile.

Un coro di anime in cerca di pace, in attesa del giorno in cui tutto può finalmente terminare e poi ricominciare, come una primavera che fiorisce improvvisa dal silenzio calato come la neve, come un manto, a ricoprire ogni cosa.

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Il silenzio della neve che cade

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